Laureato in Economia e Commercio e in Statistica, Andrea ha ottenuto l’abilitazione alla professione di promotore nel 1999 e ha superato il primo livello del CFA Program nel 2021.
Nel 2019 ha lanciato Dedalo Invest, non un semplice sito web ma una piattaforma alla quale è possibile abbonarsi per accedere ad analisi approfondite e portafogli modello creati da lui tramite analisi statistiche avanzate (Portafogli modello: metodo, Cluster Analysis, calibrazione). All’interno del suo sito c’è una immensa mole di risorse gratuite di cui consiglio a tutti la lettura, incluso l’enorme lavoro sui Lazy Portfolio che include un’analisi su rischio cambio estremamente interessante per gli investitori europei.
Nel 2022 ha pubblicato il suo primo libro Lazy Portfolio: un’analisi approfondita e una guida pratica a una modalità di investimento semplice ed efficiente e nel 2023 ha pubblicato il suo secondo libro Il rischio di cambio negli investimenti finanziari.
Ho il piacere e l’onore di presentarvi l’intervista ad Andrea Gonzali.
Parlami di te in breve e di quali sono le scelte che ti hanno portato a condividere le tue esperienze con il resto del mondo attraverso YouTube/Instagram/Blog
Sono nato e cresciuto a Livorno e ho vissuto a Parigi, Bruxelles, Milano e Bucarest. Mi sono appassionato al mondo della finanza più di 20 anni fa e ho lavorato in diverse società di consulenza.
Nel 1998 ho conseguito la laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Pisa e nel 2018 quella in Scienze Statistiche ed Economiche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Nel 1999 ho ottenuto l’abilitazione alla professione di promotore dei servizi finanziari.
Nel 2021 ho superato il livello 1 del CFA Program (Chartered Financial Analyst).
Oltre alla finanza, ho sempre avuto un grande interesse per la statistica e la programmazione. Sono passato dal linguaggio Basic degli anni ‘80 al VBA, al PHP e, infine, a R.
Nel settembre 2008, quando vivevo già a Bucarest, un amico consulente finanziario mi propose di collaborare con lui: voleva creare delle analisi di Fondi ed ETF semplici e originali da offrire ai suoi clienti.
Era un progetto interessante che mi permetteva di unire le mie passioni per la programmazione e la finanza: decisi anche di dedicarmi allo studio per approfondire l’analisi quantitativa.
La collaborazione terminò nel gennaio 2013 e mi trovai con migliaia di righe di codice VBA che avevo scritto. Sarebbe stato un peccato abbandonarle. Così nacque l’idea di condividerle online e iniziai a lavorare su quello che poi sarebbe diventato il sito Dedalo Invest.
Quali sono le persone che ti hanno influenzato maggiormente negli anni? Quali libri, podcast, white-papers e così via consideri fondamentali nel tuo percorso di investitore?
Uno dei primi è stato John Bogle, il pioniere della filosofia di investimento passiva. Inizialmente, durante la mia fase di approccio al trading online (oltre 20 anni fa), avevo sottovalutato le sue teorie, considerandole elementari e prive di profondità. Tuttavia, con il passare del tempo, ho realizzato che l’errore stava nella mia arroganza, non nelle idee di Bogle. La sua filosofia di investimento, che ho imparato ad apprezzare sempre di più, è diventata per me il modello di riferimento per la sua semplicità ed efficacia.
Ho anche un profondo rispetto per Harry Markowitz e William Sharpe, due giganti della finanza le cui teorie continuano a essere rilevanti anche dopo svariati decenni di distanza dalla loro pubblicazione.
Pur non essendo un investitore “value”, condivido molte idee di Warren Buffett e, in particolare, l’importanza di adottare una prospettiva di lungo termine negli investimenti.
Daniel Kahneman è un altro autore che stimo profondamente. Il suo libro “Pensieri Lenti e Veloci” è, a mio avviso, un’opera colossale e imprescindibile per chiunque si occupi di investimenti, offrendo preziose intuizioni sul funzionamento della mente umana e sulle sue implicazioni nel processo decisionale finanziario.
Negli ultimi anni, ho scoperto e ho iniziato ad apprezzare sempre di più Marcos Lopez de Prado: in particolare, il suo libro “Advances in Financial Machine Learning” mi aperto gli occhi su molti errori che commettevo nelle mie analisi, mentre “Causal Factor Investing”, secondo me, è semplicemente un’opera rivoluzionaria.
Parliamo di pianificazione: quali sono i tuoi obiettivi principali? Come allinei la tua strategia di investimento ai tuoi obiettivi di breve, medio e lungo termine? Quali pensi siano i fattori che determinano il successo sul lungo termine?
Per me, l’investimento è un’attività che assume significato solo in una prospettiva di lungo termine. Si possono avere obiettivi di breve e di medio termine, certo, ma si raggiungono ottimizzando la gestione della liquidità disponibile. Se si vuole accumulare o far crescere un capitale in modo serio ed efficace, invece, non si può prescindere dal lungo termine.
Come avere successo nel lungo termine? Serve innanzitutto capire perché il lungo termine è importante e, per fare questo, un investitore deve necessariamente acquisire una cultura finanziaria di base (che non è banale). Non si può investire senza capire il funzionamento dei mercati e degli strumenti finanziari che si utilizzano. Senza questa comprensione di base, diventa estremamente difficile, se non impossibile, ottenere risultati positivi dagli investimenti.
Quali sono gli strumenti/asset che preferisci e quali invece non utilizzeresti mai in nessun portafoglio? In funzione di cosa dosi i vari strumenti in portafoglio e ogni quanto ribilanci il portafoglio (se lo fai)?
Premetto che parlo per me e ciò che funziona per me potrebbe benissimo non essere la scelta giusta per un altro investitore. In finanza personale, infatti, l’aspetto psicologico ha un ruolo fondamentale ed è per questo che le soluzioni di investimento non possono essere mai generalizzate.
Tra gli strumenti di investimento, prediligo gli ETF per la loro efficienza in termini di costi e di diversificazione. Non utilizzerei mai strumenti costosi come i fondi a gestione attiva o prodotti ancora più costosi. Evito anche di investire in singole obbligazioni o azioni, perché ritengo fondamentale minimizzare il rischio emittente. Ritengo inoltre che il rischio di cambio sia quello più sottovalutato da parte degli investitori.
Avendo un orizzonte temporale di lungo termine, tendo a investire soprattutto nell’azionario globale. Per i ribilanciamenti, ritengo che una cadenza annuale sia sufficiente.
Il tuo portafoglio ha mai affrontato una perdita significativa? Come ne sei uscito? Quali lezioni pensi di aver imparato?
Sì: anche del 100%. Per fortuna, il controvalore in euro non era altissimo, ma ero giovane e quella somma era comunque importante per me. Ne sono uscito deluso, perché era un investimento che, seppure ad alto rischio, mi era stato raccomandato da professionisti (“Andrea, è l’occasione della vita”): soltanto dopo, scoprii che non era nient’altro che una truffa. Da questa esperienza ho tratto un insegnamento fondamentale: non fidarsi mai di chi promette rendimenti elevati in tempi brevi. Col senno di poi, mi rendo conto di quanto sia stato ingenuo.
In che modo le tue emozioni influenzano la tua pianificazione? Quali pensi siano i bias più insidiosi che hai mai sperimentato e come hanno impattato la tua operatività?
Le mie emozioni, ormai, influenzano molto poco i miei investimenti. Utilizzo una strategia noiosa (PAC) per accumulare un capitale che spero di non utilizzare mai, perché vorrei lasciarlo a mia figlia, che oggi ha 10 anni. Di emozioni legate a come sta andando l’investimento ne ho davvero poche.
Il bias peggiore che ho sperimentato in passato è stato quello dell’overconfidence: per un po’ ho pensato di essere più sveglio degli altri investitori e di poter guadagnare col market timing; pensavo di riuscire laddove schiere di gestori professionisti falliscono. Ma il mercato stesso mi ha insegnato una lezione preziosa: il miglior risultato che un investitore può ottenere nel lungo termine è il rendimento medio del mercato. Quando si cerca di ottenere di più, si va incontro a grossi problemi.
Se tu potessi avere una breve conversazione con il te stesso di 10 anni fa, su cosa concentreresti maggiormente l’attenzione?
Più che con il me stesso di 10 anni fa, vorrei parlare con il me stesso di 20 o meglio ancora 30 anni fa. Gli vorrei dire di non perdere tempo e di iniziare a investire subito, perché il tempo è ciò che di più importante abbiamo, sia nella vita in generale che negli investimenti finanziari.
I link di Dedalo Invest
Se ti è piaciuto l’articolo, iscriviti per rimanere aggiornato
Niente spam, ti invierò solo un aggiornamento settimanale.