Molti dei non addetti ai lavori nel settore delle criptovalute vedono “Bitcoin” e “crypto” come sinonimi. Mentre chi lavora nell’industria finanziaria tradizionale sa che c’è molto di più nelle criptovalute oltre a Bitcoin, sanno anche che le performance e la salute di Bitcoin fungono da indicatori per l’accettazione e la crescita dell’intero settore delle criptovalute.
Monitorare determinate metriche della blockchain può aiutare le istituzioni finanziarie e gli investitori a valutare il sentiment del mercato, prevedere cambiamenti nei valori e identificare rischi e opportunità di investimento non solo in termini di Bitcoin, ma anche dell’industria crypto più ampia. Queste sono alcune delle metriche che le organizzazioni TradFi dovrebbero osservare:
- Realized cap: mostra la somma totale di profitti e perdite da tutte le vendite e acquisti on-chain. Un aumento indica che nuovi investitori stanno comprando e vendendo Bitcoin a prezzi più alti, segnalando un sentiment rialzista;
- Halving: le istituzioni finanziarie dovrebbero considerarlo perché può influenzare il prezzo di Bitcoin attraverso la dinamica dell’offerta, potenzialmente impattando sulla redditività dei minatori e sulla sicurezza della rete;
- Hash rate: misura la forza e la sicurezza della rete valutando la sua potenza computazionale. È importante per valutare la stabilità della rete e i rischi di investimento collegati;
- Crescita del numero di portafogli con grandi quantità: monitorare la crescita dei portafogli che detengono grandi quantità di BTC può fornire insight su “balene” o detentori istituzionali;
- Numero di soluzioni che sfruttano la sicurezza di Bitcoin: valutare come viene utilizzata la sicurezza di Bitcoin attraverso il timestamping o il merged mining può indicare il valore esterno creato;
- Velocità DeFi: una metrica per gli investitori Web3 che, oltre al valore totale bloccato, considera anche il volume per analizzare l’engagement degli utenti e l’efficienza del capitale;
- Volume delle transazioni: essenziale per monitorare l’adozione e l’attività di mercato, mostrando tendenze, engagement degli utenti e rischi;
- Distribuzione di Bitcoin: analizzare la distribuzione può aiutare a comprendere le macro tendenze del sentiment di mercato e prevedere la stabilità dei prezzi e la potenziale volatilità;
- Entrate dei miners dalle commissioni sulle transazioni: l’aumento dei costi energetici e i futuri eventi di halving presentano sfide per i minatori, ma le nuove fonti di entrate dalle commissioni possono diventare un indicatore chiave;
- Numero di indirizzi unici di portafoglio: c’è una correlazione diretta con il sentiment di mercato, e la crescita può essere un forte indicatore del sentiment;
- Bitcoin days destroyed (BDD): misura l’attività economica di alto volume e basso valore, aumentando quando i detentori a lungo termine vendono, spesso prima di grandi cambiamenti di mercato.
Valutare Bitcoin grazie all’effetto Lindy
E’ palese quindi che valutare Bitcoin è piuttosto complesso per un investitore retail. In questo contesto, l’effetto Lindy ci può dare una mano.
L’effetto Lindy, o legge di Lindy, è un concetto nato in una gastronomia di New York dove la gente chiacchierava di spettacoli comici. La cosa interessante è che questa teoria dice che più qualcosa dura nel tempo, più è probabile che continui a esistere. Sì, stiamo parlando di cose che non si rovinano, tipo i monumenti ma anche le criptovalute!
Prendiamo il Colosseo, per esempio. Ha più di duemila anni e sembra che non abbia intenzione di andarsene da nessuna parte, giusto? Ora, pensate all’ultimo iPhone: è qui da pochi mesi e tutti sappiamo che tra un po’ sarà superato. La morale della favola? Se una cosa c’è da un sacco di tempo, probabilmente continuerà a esserci.
Se un libro è stato stampato per quarant’anni, posso aspettarmi che lo sia per altri quarant’anni. Ma, e questa è la differenza principale, se sopravvive un altro decennio, allora ci si aspetterà che sia in stampa per altri cinquant’anni. Questo semplicemente ti dice perché le cose che esistono da molto tempo non stanno “invecchiando” come le persone, ma “invecchiando” al contrario. Ogni anno che passa senza estinzione raddoppia l’aspettativa di vita aggiuntiva. Questo è un indicatore di una certa robustezza. La robustezza di un oggetto è proporzionale alla sua durata!
― Nassim Nicholas Taleb, Antifragile
Questo discorso lo possiamo legare anche a Bitcoin. Quando è partito, tutti erano un po’ in ansia, pensando potesse essere un buco nell’acqua o essere hackerato. Ma non è successo e Bitcoin è sempre in piedi, sempre più in forma. Ok, ci sono stati casini con i wallet e altre cose, ma il cuore della tecnologia ha resistito.
Allora, seguendo l’effetto Lindy, Bitcoin dovrebbe restare in giro ancora per un bel po’. E se le cose non cambiano, il suo valore potrebbe persino salire man mano che dimostra di essere robusto e affidabile.
Anche se l’effetto Lindy ci dà un’idea, non ci spiega le montagne russe dei prezzi che abbiamo visto con Bitcoin. Nel 2017, per esempio, i rendimenti di Bitcoin furono messi in secondo piano da una schiera di altcoin. Ma guardate cosa è successo: molte di quelle criptovalute di allora sono ormai sparite, mentre Bitcoin ha tirato fuori gli artigli nel rally del 2020-2021 e nel rally delle ultime settimane, superando quasi tutti in termini di rendimento.
Però (c’è sempre un però) Bitcoin è ancora un giovincello se lo paragoniamo ad altri investimenti. Ha solo un decennio alle spalle. Pensate un po’, se sparisse tra altri dieci anni, sarebbe un bel guaio per chi ci ha investito.
Prendiamo ad esempio l’oro. E’ sulla scena da millenni, usato come riserva di valore da chissà quanto tempo. Bitcoin ha ancora una lunga strada da percorrere prima di poter competere con un curriculum così illustre. Ogni anno che passa, Bitcoin si guadagna un po’ più di credibilità come investimento, ma il confronto con l’oro in termini di tempo trascorso e impiego ancora non regge. Se applicassimo l’effetto Lindy all’oro, potremmo quasi definirlo una riserva di valore immortale.
Il ruolo delle istituzioni
C’è una cosa che personalmente odio di tutta la faccenda. In realtà sono due, la prima sono le tifoserie da stadio, i cryptobro contro i cryptohaters, ma quelli lasciamoli pascolare. Quello non sopporto è il ruolo delle istituzioni europee. Articoli come questo non fanno bene al dibattito.
Capisco che possano essere in atto lotte di potere tra un organismo istituzionale il cui scopo è mantenere il controllo dei flussi monetari attraverso la centralizzazione degli scambi e uno strumento nato allo scopo di togliere a queste istituzioni quel potere (decentralizzazione) garantendo gli scambi tramite una specie di mente alveare (chiedo scusa ai puristi per il paragone ma è per far passare il concetto).
Però nel mio mondo ideale il ruolo della politica e delle istituzioni dovrebbe essere quello di fare gli interessi della società. E sempre in questo mondo ideale le istituzioni dovrebbero ascoltare il cambiamento e non rigettarlo e combatterlo a prescindere. Ascoltare il cambiamento non significa accettare incondizionatamente qualsiasi novità, ma valutarla attentamente e capirne il potenziale ruolo all’interno di una società del futuro.
Demonizzare Bitcoin definendolo moneta del crimine significa sminuire l’attuale portata dell’effetto, pur essendo innegabile il suo ruolo nel darkweb (con lo stesso metodo allora potremmo demonizzare internet?). Forse sarebbe più sensato cercare un dialogo che porti a fare valutazioni circa una migliore tracciabilità dello strumento.
Questo approccio luddista serve unicamente ad ergere muri il cui scopo è quello di allontanare sempre più i normali cittadini dal dibattito pubblico. Ma una società che vuole crescere deve essere in grado di ascoltare chi ha qualcosa da dire. A me dispiace prendere ogni volta come riferimento il modello statunitense, che reputo imperfetto in molte sue forme. Ma la SEC è stata in grado, attraverso l’approvazione di ETF su Bitcoin, di saper ascoltare le richieste e di lanciarsi in un primo esperimento di contatto tra istituzioni e criptovalute. Ovviamente c’è sempre il rovescio della medaglia: la decisione della SEC è stata influenzata chiaramente dalla forza di coloro che hanno effettuato la richiesta (Blackrock su tutti).
Ma non tutto il male viene per nuocere e se non cambiamo atteggiamento sono convinto che l’Europa sia destinata ad essere sempre più un fanalino di coda.
Grazie per la lettura.
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Ciao,
sull’effetto Lindy non saprei cosa dire però per la seconda parte dell’articolo direi che qualsiasi istituzione governativa non potrà mai mettere la gestione monetaria nelle mani di una rete decentralizzata che non è soggetta al diritto e non rispetta alcuno standard condiviso.
Provo a spiegarmi meglio.
La blockchain è il vero potenziale di Bitcoin, il suo caso d’uso. Non il suo presentarsi come coin, moneta, perché si è ben capito che non è una moneta nonostante sia attualmente considerato una riserva di valore.
Una Moneta deve poter essere soggetta a controllo istituzionale, è impensabile il contrario, e questo serve a tutela di tutti e non solo di chi in quella “moneta” ripone fiducia o entusiasmo.
A rafforzare questo concetto c’è il fatto che numerosi sostenitori di Bitcoin ctiricano le Altcoin (chiamandole a volte ache shitcoin) perché a loro modo di vedere non sono supportate da casi d’uso sensati o quantomeno esplicitati e invece sono puro hype e lustrini.
Gli enti pubblici e governativi attingeranno a piene mani in futuro da quello che è stato fatto finora sul lato crypto: di blockchain, decentralizzazione, tokenizzazione. Tutto però con una veste normata (immagino anche ISO).
Aggiungo infine che il modo migliore per controllare quello che sta accadendo con le crypto non è combattendole ma infiltrandole, copiandole e quindi svuotandole di significato dopo averle normalizzate altrove fino al punto (ipotetico) in cui non saranno più in grado di esprimere la novità dirompente che hanno espresso nell’ultimo decennio, perché i protagonisti saranno altri.
Magari il mondo crypto attuale, quello anarchico (nei confronti delle istituzioni, ma al suo interno ben regolato) non morirà ma diventerà un laboratorio o un pool di talenti individuali.
Ciao, sono completamente d’accordo con te. La vera forza di Bitcoin è la blockchain ed è per questo motivo che penso che le istituzioni dovrebbero favorire il dialogo e non chiudersi a riccio. Non mi aspetto certo un’apertura da parte della BCE o della FED a Bitcoin come moneta, anche perché la decentralizzazione è percepita come un rischio da queste istituzioni, in quanto completamente non controllata e controllabile. Inoltre Bitcoin come moneta ha evidenti problemi come ad esempio una crescita di valore nel tempo che potrebbe portare a spirali deflattive, cosa che una moneta di scambio non può permettersi di fare (chi spenderebbe una moneta che domani vedrà il suo valore aumentare?).
Quello che però mi fa storcere il naso è l’ostracismo da parte delle istituzioni. Non poche tecnologie sono nate per scopi estremamente diversi da quelli per i quali poi han trovato applicazione, ma è il dialogo e l’ascolto che hanno favorito l’adozione di quelle tecnologie (regolamentate) nella vita di tutti noi.