Non scrivo articoli da un bel po’ di tempo. L’incessante volteggiare della vita mi ha assorbito completamente. E’ nata la mia seconda figlia e come capirete il tempo da dedicare al blog è passato da zero a meno dieci. Ci tenevo scusarmi con coloro che mi hanno scritto in questi mesi e a cui non ho risposto oppure ho risposto in modo molto sbrigativo. Proverò a rimettermi in pari.
Onestamente scrivere articoli per il blog non era più una priorità. O meglio, questo non è del tutto vero, mi sono accorto troppo tardi che lo era. Scrivere mi fa stare bene, mi rilassa e mi fa concentrare su qualcosa di costruttivo. Ma una giornata è fatta di 24 ore per tutti e quindi ho dovuto dare priorità a tutto il resto.
Il problema è che se ti metti da parte, dopo un po’ il corpo si incazza. Tutte le cose che toglievano tempo a me stesso non mi hanno fatto troppo bene, dato che è tornata my dear old friend. Dopo averla discretamente gestita fino a pochi mesi fa, ha bussato di nuovo alla porta in modo abbastanza fastidioso. Quindi mi sono seduto e l’ho ascoltata.
Mi sono imposto di dedicarmi un po’ di tempo considerato che questa mancanza di attenzioni si faceva sentire.
Ma da dove avrei dovuto ricominciare? Dal bricolage? Dallo sport? Dalla cucina? Ci ho pensato un po’ e poi sono tornato ovviamente da quello che è stato per tanti anni un mio porto sicuro, ossia la tecnologia e la rete. Internet è un posto meraviglioso. Un palcoscenico anonimo (o quasi). Uno speakers’ corner a portata di mano.
Ho voluto quindi riprendere un po’ il tema della finanza personale in modo più attivo. E perché non farlo dal nuovo podcast del trio delle meraviglie di Too big to fail? Un applauso a loro che mi hanno fatto tornare la voglia di condividere e di approfondire nuovamente i temi di finanza personale.
Ma da buon ansioso, ho anche una leggera forma ossessivo compulsiva e mi sono voluto rileggere tutto ciò che avevo scritto e condiviso in questo anno e mezzo di blogging per riprendere le fila nel modo più ordinato possibile, senza ripetizioni. E quello che ho letto non mi è piaciuto. L’ho trovato molto impersonale. Non c’è quasi niente di me, anzi gli ultimi articoli puzzano veramente di tutorial in pillole. Se volete imparare cosa sono le opzioni, spero acquisterete un libro e non vi accontenterete di un articolo letto su un blog a caso.
Dal 2025 quindi voglio cambiare registro. Zero programmazione degli articoli, zero SEO (ne facevo già poca prima e quella che faceva faceva schifo, ma ci spendevo veramente troppo tempo), zero tool di ricerca di keywords più in voga nel momento. Questo minuscolo palcoscenico serve ad accontentare me, perché è solo così che accontento anche voi. Forzare la mano serve solo a rendersi ridicoli o a buttare via tempo, cosa di cui sfortunatamente al momento non dispongo.
Il mio obiettivo sarà quello di scrivere di finanza personale, di condividere ciò che faccio e di comunicarvi come lo faccio, il mio approccio decisionale, la mia attitudine mentale e cosa mi porta a prendere certe decisioni. Spero vi possa aiutare in qualche modo ad essere più consapevoli, come a me ha aiutato leggere i percorsi di altri blogger in giro per la rete.
Lato blog, i miei obiettivi per il 2024 erano quelli di scrivere un certo numero di articoli, posizionarne il più possibile in top 10 per determinate keywords, avviare collaborazioni, fare interviste. Avevo addirittura pensato concretamente di iniziare a fare podcast.
Invece, l’obiettivo per il 2025 è quello di scrivere quando ne ho voglia su ciò di cui ho voglia, ovviamente sempre a tema finanza personale.
Mi sono interrogato se questo non significa in un certo senso arrendersi, ma credo che tutti quegli obiettivi che mi ero prefissato servivano solo ad alimentare il mio ego e nient’altro. Sforzi inutili per obiettivi inutili. So crucify the ego, before it’s far too late.
Attenzione: non voglio dire che imporsi degli obiettivi sia sbagliato, tutt’altro. Gli obiettivi sono fondamentali per la crescita. Però gli obiettivi sono come i soldi: non serve averne tanti più di quanti non sia necessario averne (o ci si aspetta che sarà necessario averne), perché poi vanno gestiti. E gestire tanti obiettivi, così come gestire tanti soldi, è faticoso e porta via energie. Meglio fare efficienza e concentrarsi su ciò che realmente conta e ci appaga. E la vecchia gestione del blog non mi appagava, forse è anche per questo che ho smesso di scrivere. Avevo bisogno di più leggerezza.
Contestualmente sto facendo lo stesso con le mie finanze. Mi sono accorto che era presente una bella patina di superfluo di cui posso tranquillamente fare a meno. Un approccio molto più essenziale è decisamente più proficuo, perché mi aiuta a concentrarmi maggiormente sul presente. A malapena ricordiamo chi o cosa ci fosse prima di questo momento. Quindi via gli inutili e in un certo modo pomposi file excel, via le app per il tracking del portafoglio, via la rendicontazione quotidiana delle spese, via l’analisi mensile del patrimonio.
Queste sono le mie nuove regole:
- analisi reddituale: automatizzata tramite Wallet by Budgetbakers;
- analisi patrimoniale: manuale una volta all’anno a gennaio;
- investimenti: zero app, zero tracking, pac completamente automatizzato tramite replay di Fineco e bonifici automatici dai conti correnti una volta al mese.
Il tempo in eccesso lo userò per andare a farmi una passeggiata.
Potreste pensare che non analizzare il portafoglio comporti dei rischi, ma la realtà è che tra i due il rischio maggiore è proprio quello di analizzarlo costantemente.
Nonostante questa maggiore efficienza (o almeno quella che io reputo tale, ma che altri reputeranno mancanza di controllo), di cose da dire ce ne sono molte. Ho in mente di scrivere su come ho gestito le finanze per la nuova nata, quanto costa crescere un neonato e quanto costa invece mantenere due figli, in termini di tempo e denaro (e di sforzo mentale). Oltre a tutta una serie di articoli sui classici della finanza personale di cui ancora non ho parlato.
Ho accettato il fatto che il controllo è molto spesso un palliativo. Aprire di continuo il conto titoli, controllare giornalmente le spese o il patrimonio, guardare come vanno i titoli sui quali stiamo investendo a lungo termine più volte a settimana sono comportamenti compulsivi. Non placano la nostra insicurezza, ma ci danno solo l’idea di farlo. In realtà contribuiscono ad alimentarla. Non è guardando un grafico che il prezzo sale o scende. Lasciamo che le cose accadano senza illuderci di poterci fare niente.
Grazie per la lettura.
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Bentornato! Aprivo il blog 1 volta a settimana per vedere se fossero usciti post nuovi e con piacere vedo che hai ripreso a scrivere, e quella voglia di farlo in maniera più “leggera” sarà sicuramene apprezzata!