Uno degli argomenti più snobbati da chi si occupa di finanza personale è quello della tassazione. E se parliamo di tassazione che grava su noi povere anime perdute, non possiamo non citare la regina delle tasse sui redditi delle persone fisiche: l’IRPEF.
Questa forma di tassazione incide direttamente sul reddito e, di conseguenza, sulla capacità di gestire le proprie finanze in modo oculato ed efficace. Comprendere il funzionamento degli scaglioni IRPEF e il suo impatto sulle nostre entrate finanziarie diventa, pertanto, un elemento fondamentale per una pianificazione finanziaria intelligente e consapevole.
Molti di noi possono sentire un senso di sfiducia o disinteresse nei confronti delle questioni fiscali, considerandole complicate e fuori dalla nostra portata. Tuttavia, avere una conoscenza basilare dell’IRPEF e delle sue implicazioni è di fondamentale importanza.
La tassazione, infatti, ha un impatto diretto sulle nostre finanze personali in molti modi. Innanzitutto, l’IRPEF determina la somma di denaro che dovremo destinare al pagamento delle imposte sul nostro reddito. Comprendere come viene calcolata questa imposta e quali sono le diverse aliquote applicate a seconda delle fasce di reddito ci consente di pianificare le nostre entrate, le spese e gli investimenti in modo più accurato.
Inoltre, l’IRPEF può influire sulla scelta delle opportunità di investimento. Alcuni prodotti finanziari, ad esempio, possono offrire vantaggi fiscali specifici che possono ridurre l’impatto dell’imposta sul reddito. Comprendere le diverse opzioni di investimento e i relativi vantaggi fiscali può consentirci di massimizzare i rendimenti e minimizzare l’imposta da pagare.
Un’altra ragione per cui è importante conoscere l’IRPEF quando si parla di finanza personale è la possibilità di adottare strategie di pianificazione fiscale legittime. Attraverso l’utilizzo di deduzioni, crediti d’imposta e altre disposizioni fiscali, possiamo ridurre legalmente l’imponibile e ottimizzare il nostro carico fiscale complessivo. Senza una conoscenza di base dell’IRPEF e delle sue regole, rischiamo di perdere queste opportunità.
Cos’è l’IRPEF?
L’IRPEF, acronimo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, è un’imposta diretta progressiva che viene applicata in Italia sul reddito delle persone fisiche. L’imposta è calcolata sul reddito imponibile, ovvero sulla differenza tra i redditi prodotti e le spese deducibili, come ad esempio le detrazioni fiscali. Il calcolo delle tasse per singolo scaglione IRPEF dipende quindi dalle entrate e dalle spese.
Come si calcolano gli scaglioni IRPEF?
Il calcolo dell’IRPEF non è complesso, ma c’è la tendenza a pensare che salire di scaglione equivalga ad avere un netto più basso e questo è sbagliato, in quanto l’IRPEF è un imposta a scaglioni progressivi.
Invece di partire con lo spiegone del calcolo (che trovate comunque scrollando), vi condivido una tabella riepilogativa di calcolo dell’IRPEF per reddito annuale.
Nella prima colonna è presente il reddito imponibile dell’anno. Trovate poi il calcolo per scaglione IRPEF e il totale con relativa aliquota media applicata alla singola fascia. A seguire il calcolo del Reddito Netto ottenuto come differenza tra Reddito imponibile – Totale IRPEF.
Da notare come per ogni progressione di reddito sia il calcolo a valore che in percentuale dell’IRPEF aumenta (giusto per sfatare il mito che c’è una riduzione del netto all’aumentare di scaglione).
Nella parte finale è presente il calcolo del vantaggio fiscale (sia a valore che percentuale) portando in deduzione i famigerati 5.164 euro annuali, di cui parleremo dopo in dettaglio.
Spiegazione del calcolo degli scaglioni IRPEF
In primo luogo, si calcola il reddito complessivo, ovvero la somma di tutti i redditi prodotti nel corso dell’anno fiscale, compresi quelli di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, di pensione, di affitto e di capitale. Si tratta di una somma al netto delle spese deducibili e delle detrazioni fiscali.
Successivamente, si calcolano le detrazioni fiscali a cui si ha diritto, come ad esempio quelle per carichi di famiglia, per spese sanitarie, per ristrutturazioni edilizie o per spese energetiche. Queste detrazioni si sottraggono dal reddito complessivo ottenuto in precedenza.
Una volta ottenuto il reddito imponibile, si applica l’aliquota fiscale prevista dalla tabella degli scaglioni IRPEF in vigore, che può variare in base alla fascia di reddito a cui si appartiene. L’aliquota fiscale è espressa in percentuale e rappresenta la quota di reddito che deve essere versata all’erario a titolo di imposta.
Infine, si applica la ritenuta d’acconto, ovvero l’anticipo di imposta che viene trattenuto dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale sulla base delle aliquote previste per la propria posizione fiscale. La ritenuta d’acconto viene considerata come un pagamento anticipato dell’IRPEF e viene sottratta dall’imposta lorda calcolata precedentemente.
L’IRPEF si calcola applicando delle aliquote crescenti in base al reddito imponibile. Attualmente, gli scaglioni IRPEF sono i seguenti:
- 23% per redditi fino a 15.000 euro
- 25% per redditi da 15.001 a 28.000 euro
- 35% per redditi da 28.001 a 50.000 euro
- 43% per redditi oltre i 50.001 euro
Le ipotesi sulla variazione degli scaglioni IRPEF nella Legge di Bilancio 2024
Una delle ipotesi contenute nella nuova Legge di Bilancio che ha come scopo quello di ridurre la pressione fiscale è quella di ridurre le fasce da 4 a 3. Le nuove fasce ipotizzate sono le seguenti:
- 23% per redditi fino a 28.000 euro
- 27% per redditi da 28.001 a 50.000 euro
- 43% per redditi oltre i 50.001 euro
Il vantaggio maggiore è che per chi oggi ha un reddito imponibile annuale il più vicino possibile a 50.000 euro. Per loro il vantaggio da questa riduzione di aliquote è prossimo al 4%. In valore assoluto, il vantaggio è di poco più di 2.000 euro per chi ha un reddito imponibile uguale o maggiore a 50.000 euro annui.
Nella tabella seguente è presente il calcolo con i nuovi scaglioni IRPEF ipotizzati e la differenza per fascia di reddito con gli attuali.
Risparmiare sull’IRPEF: differenza tra detrazione e deduzione
Dedurre e detrarre sono due modi diversi per avere un risparmio fiscale sulla tassazione IRPEF. Il primo riduce il reddito imponibile mentre il secondo riduce il totale IRPEF da pagare allo Stato.
La detrazione fiscale è un’agevolazione che permette di ridurre direttamente l’importo dell’imposta dovuta. In pratica, si tratta di una riduzione del reddito imponibile a cui viene applicata la aliquota fiscale. Ad esempio, se si ha un reddito imponibile di 30.000 euro e si ha diritto ad una detrazione calcolata su 2.000 euro (solitamente al 19% dell’importo detraibile), l’imposta dovuta sarà calcolata come 6.980 euro (aliquota IRPEF calcolata su 30.000 euro) – 2.000*19% = 6.600 euro, garantendoci quindi un risparmio di 380 euro.
La deduzione fiscale, invece, è un’agevolazione che permette di ridurre il reddito imponibile, sulla base di determinate spese o investimenti effettuati nel corso dell’anno fiscale. In pratica, si tratta di una riduzione del reddito complessivo a cui vengono applicati gli scaglioni IRPEF. Ad esempio, se si ha un reddito complessivo di 40.000 euro e si ha diritto ad una deduzione di 2.000 euro, l’imposta dovuta sarà calcolata sul reddito imponibile di 38.000 euro. Il tetto massimo deducibile per ogni anno è di 5.164,57 euro annui, che consiste in un vantaggio fiscale come si vede dalle due tabelle precedenti.
In sostanza, la differenza tra detrazione e deduzione sta nel fatto che la detrazione riduce direttamente l’imposta dovuta, mentre la deduzione riduce il reddito imponibile. In ogni caso, sia le detrazioni che le deduzioni hanno l’effetto di ridurre l’imposta complessivamente dovuta.
Consigli per risparmiare sull’IRPEF
Per risparmiare sull’IRPEF è possibile adottare alcune strategie, come ad esempio sfruttare le detrazioni fiscali o investire in prodotti finanziari che prevedono agevolazioni fiscali.
Ci sono diverse detrazioni fiscali previste dalla legge italiana. Ecco alcuni esempi:
- Detrazioni per carichi di famiglia: si tratta di detrazioni fiscali previste per le persone che hanno a carico figli minori o disabili, familiari conviventi con un reddito annuo inferiore a 2.840,51 euro o genitori di età superiore a 65 anni. L’ammontare della detrazione dipende dal numero di persone a carico e dal reddito complessivo.
- Detrazioni per spese sanitarie: le spese sanitarie sostenute per cure mediche, esami diagnostici, terapie e farmaci possono essere detratte dall’IRPEF fino ad un limite massimo di 1.500 euro annui per nucleo familiare.
- Detrazioni per ristrutturazioni edilizie: le spese sostenute per ristrutturazioni edilizie, quali ad esempio la sostituzione degli infissi, l’isolamento termico, l’installazione di pannelli solari o la sostituzione di impianti di climatizzazione, possono essere detratte dall’IRPEF fino ad un limite massimo di 96.000 euro.
- Detrazioni per spese energetiche: le spese sostenute per l’acquisto di prodotti e servizi finalizzati al risparmio energetico, come ad esempio gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, l’installazione di pannelli solari o la sostituzione di vecchi elettrodomestici con modelli a basso consumo, possono essere detratte dall’IRPEF fino ad un limite massimo di 2.400 euro annui.
- Detrazioni per donazioni a fini benefici: le donazioni effettuate a favore di enti benefici, come ad esempio le associazioni no profit, possono essere detratte dall’IRPEF fino ad un limite massimo del 10% del reddito complessivo.
Per quanto riguarda invece la deducibilità, questi sono alcuni esempi principali:
- Contributi previdenziali integrativi
- Contributi per l’assistenza sanitaria integrativa o altre forme di tutela assicurativa obbligatoria.
- Spese mediche sostenute per sé stessi, per il coniuge e per i familiari a carico, nel limite di alcune soglie e detrazioni specifiche.
- Interessi passivi sui mutui contratti per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione dell’abitazione principale.
- Oneri deducibili per lavoro dipendente, come ad esempio le spese per l’acquisto di attrezzature necessarie alla professione o i contributi sindacali.
- Donazioni effettuate a enti o associazioni riconosciute che operano nel campo della beneficenza, della ricerca scientifica, della cultura, ecc.
Conclusioni
Il tema della tassazione è molto ampio e l’IRPEF e relativi scaglioni è solo una delle tasse che gravano sui cittadini.
Purtroppo la tematica fiscale in Italia è sempre molto snobbata, un po’ per la troppa complessità e un po’ perché tende a cambiare con molta frequenza ed è difficile rimanere al passo se non si opera nel settore. Tuttavia, il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista se c’è la possibilità di avere dei risparmi ingenti per spese sostenute durante l’anno.
Chi ha un reddito elevato non può non interessarsi al tema, perché come si è visto dalle tabelle precedenti la pressione fiscale della sola IRPEF può andare oltre il 40%. In questi casi la figura di un professionista è fondamentale perché il risparmio fiscale può essere enorme.
Non possiamo diventare esperti fiscalisti e non avrebbe neanche senso farlo. Tuttavia, la consapevolezza nella finanza personale passa anche dall’aspetto fiscale, che ci piaccia o meno.
Grazie per la lettura.
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Ciao, non ho ben capito la differenza tra detrazione e deduzione, mi sembra che l’esempio fatto sia uguale per entrambe. O ho capito male?
Ciao, la deduzione riduce la base imponibile per il calcolo della tassazione mentre la detrazione riduce direttamente l’ammontare di tasse che devi pagare all’erario.
Ipotizziamo che la tua base imponibile sia di 15000 euro (aliquota irpef 23%), dovresti pagare 3450 euro di tasse. Se porti 1000 euro in deduzione (per esempio effettuando un versamento su un fondo pensione) significa che la tua base imponibile diventa 14000 euro. Applicando il 23% quindi andresti a pagare 3220 euro (risparmiando quindi 230 euro). Viceversa, se sostieni una spesa detraibile di 1000 euro (calcolata solitamente al 19% dell’onere sostenuto) significa che devi toglierli direttamente dai 3450 euro. Di conseguenza andresti a pagare 3260 euro (3450-1000*19%) risparmiando quindi 190 euro.
Aggiungo che sull’articolo era scritto male e ho riportato lo stesso esempio per entrambe erroneamente. Ho corretto. Grazie per la segnalazione. 🙂