Se sei stanco di sentirti giudicato dalla tua banca ogni volta che controlli il saldo e annoiato dalle commissioni che sembrano moltiplicarsi come i Pokémon, Hype potrebbe essere la risposta ai tuoi problemi esistenziali bancari. O almeno così promette. Dopo aver testato questo conto per mesi e essere sopravvissuto al processo, ecco la mia analisi senza filtri di quello che è diventato uno dei conti più chiacchierati del panorama fintech italiano. Come sempre nel mondo della finanza, la realtà è più complessa di quello che ti vogliono far credere le pubblicità con i millennial sorridenti.
La prima impressione
Iniziamo dalla bomba: Hype Start costa zero euro. Sì, hai letto bene. Zero. Come il numero di neuroni che uso quando accetto i cookies senza leggere. Ma attenzione, perché nel mondo bancario “gratis” è una parola che fa più paura di “dobbiamo parlare” in una relazione. Infatti, Hype Start è gratuito finché non superi certi limiti.
La carta e l’app non ti costano un centesimo al mese. E soprattutto, finalmente abbiamo un IBAN italiano. Sì, perché non c’è niente di più imbarazzante che dover spiegare al commercialista perché il tuo conto sembra domiciliato nelle Isole Cayman. I bonifici SEPA sono gratis e veloci, caratteristica che dovrebbe essere scontata nel 2025 ma che invece rappresenta ancora un lusso in molte banche tradizionali.
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La strategia del freemium applicata al banking
Come ogni prodotto che si rispetti nell’era del freemium, Hype ti offre tre livelli di “esperienza bancaria” che vanno dal “sopravvivo degnamente” al “faccio il ricco ma sono sempre povero”.
Hype Start rappresenta il freeloading responsabile: gratuito, include tutto il necessario per sopravvivere nel mondo dei pagamenti digitali senza vendere un rene. Perfetto se sei uno studente o se semplicemente hai capito che spendere soldi per tenere i soldi è un controsenso filosofico. La bellezza di questo piano è che puoi viverci tranquillamente se hai abitudini bancarie normali, senza sentire costantemente la pressione di dover upgradare.
Hype Next a €2,90 al mese rappresenta il compromesso del millennials: ti regala qualche chicca in più come la carta virtuale usa e getta (utile per quei siti che sembrano gestiti da hacker della domenica) e garanzia estesa. Praticamente il piano per chi vuole sentirsi speciale senza rovinarsi economicamente.
Hype Premium a €9,90 al mese è per quando vuoi fare il ricco: prelievi esteri gratuiti, cashback e assicurazioni varie. A questo punto però iniziamo a entrare nel territorio dei conti tradizionali che tanto odiavi. È come comprare la versione premium di un’app per rimuovere la pubblicità: teoricamente sensato, praticamente discutibile. Soprattutto considerando che molti conti tradizionali offrono gli stessi servizi a prezzi simili.
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Le funzionalità che ti faranno sentire un guru della finanza (senza esserlo)
Una delle cose più interessanti di Hype sono le sue funzionalità “insight” e “sogni” che rappresentano un tentativo genuino di educare finanziariamente gli utenti. Gli psicologi finanziari si divertirebbero un sacco con queste feature, soprattutto quando l’app analizza automaticamente le tue spese e le categorizza. Finalmente scoprirai che quel “piccolo sfizio” al bar ti costa quanto un abbonamento Netflix al mese, informazione che cambierà la tua vita per esattamente tre giorni prima di tornare alle vecchie abitudini.
La funzione “sogni” ti permette di impostare obiettivi di risparmio. L’app ti ricorderà gentilmente che vorresti comprare quella chitarra, mentre tu stai ordinando l’ennesimo takeaway delle 23:30. Il round-up arrotonda ogni acquisto all’euro superiore e la differenza finisce nel salvadanaio digitale. Geniale per chi ha la forza di volontà di un criceto davanti a una ruota: tecnicamente stai risparmiando, ma in realtà stai solo nascondendo gli spiccioli a te stesso. Non è un male, anzi, è un modo intelligente di sfruttare i nostri bias cognitivi a nostro favore.
Social & Group Pay: la rivoluzione del “chi paga”
Una delle feature più utili nella vita reale è il Group Pay. Finalmente puoi dividere il conto della pizza senza dover fare il matematico ubriaco o senza dover diventare quello antipatico che chiede i 3,50€ su WhatsApp per sei mesi. I bonifici istantanei tra utenti Hype sono gratuiti, il che significa che non hai più scuse per non restituire quei 20€ che hai preso in prestito “solo per stasera”. Questa funzionalità da sola vale l’apertura del conto, soprattutto se sei il tipo di persona che esce spesso in gruppo e ti sei rotto le scatole di dover gestire i conti alla romana con l’app della calcolatrice e la diplomazia internazionale.
Dove Hype ti ricorda che non esistono pasti gratis
Naturalmente, non tutto è rose e fiori nel mondo di Hype. Il primo grande limite è che i tuoi risparmi non crescono. Zero interessi sul saldo. I tuoi soldi riposano in pace, non si moltiplicano, non fanno nulla. In un’epoca di inflazione, questo significa che i tuoi soldi perdono valore reale nel tempo, ma almeno non li perdi in commissioni assurde.
Con Hype Start hai diritto a 2 prelievi ATM gratuiti al mese. Il terzo ti costa €2. Per molti questo limite è irrilevante, ma se sei il tipo che preleva spesso contanti (esistono ancora) questo potrebbe diventare costoso. L’assistenza clienti funziona a ticket. Se hai fretta, pregare potrebbe essere più efficace. È il prezzo da pagare per avere un conto “digitale”: tutto è veloce tranne quando hai bisogno di aiuto umano. La coda digitale ha sostituito quella fisica, ma rimane sempre una coda.
Prendiamo Luca, freelancer IT milanese (stereotipo ma funziona). Stufo di pagare commissioni per ogni bonifico che riceve e stanco di dover giustificare le sue scelte bancarie a chiunque veda il suo IBAN, decide di provare Hype. Per Luca i vantaggi sono evidenti: IBAN italiano che non fa sembrare che stia evadendo le tasse, bonifici SEPA gratuiti che finalmente eliminano le lamentele dei clienti sulle commissioni, e canone zero che lascia più budget per il caffè specialty che è l’unica cosa che lo tiene sveglio durante le sessioni di coding notturno.
I problemi per Luca emergono gradualmente: se preleva più di 2 volte al mese inizia a pagare più di quanto risparmiava, e i suoi risparmi non crescono mai (ma almeno non diminuiscono per le commissioni). Nel complesso però Luca è soddisfatto: ha risolto i suoi problemi principali e può finalmente concentrarsi sul lavoro invece che sulla gestione bancaria.
Tra illusioni e realtà del banking moderno
Hype è come quel bar trendy del tuo quartiere: carino, moderno, con un’app figa, ma alla fine del mese ti accorgi che il caffè costava comunque di più. Rappresenta bene lo spirito del nostro tempo: tutto sembra gratuito e immediato, ma alla fine qualcosa la paghi sempre. La differenza è che almeno qui sai cosa stai pagando e perché.
I vantaggi sono concreti: veramente gratuito per chi lo usa con parsimonia, app moderna che non sembra progettata nel 2003, IBAN italiano, e feature social utili per la gestione delle spese condivise. È perfetto se sei un utente light che vuole un conto moderno senza fronzoli e se hai capito che la semplicità vale più delle funzionalità avanzate che non userai mai.
I contro sono altrettanto reali: zero interessi sui depositi (addio capitalizzazione), limiti che possono trasformare il “gratis” in “caruccio”, assistenza che ricorda le code alle Poste, e le funzionalità fighe che costano (sorpresa!). È meno perfetto se vuoi far fruttare i tuoi risparmi o se hai abitudini bancarie intensive.
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Conclusione
In sostanza, Hype è il conto perfetto per chi vuole sentirsi tecnologicamente all’avanguardia senza necessariamente esserlo finanziariamente. E diciamocelo: a volte è proprio quello che ci serve. Non rivoluzionerà la tua vita finanziaria, ma almeno non la complicherà.
Promette poco e mantiene (quasi) tutto. Nel mondo del banking, questo è già un piccolo miracolo.
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