Avendo aggiornato la pagina dei Miei Investimenti, l’occasione per spendere due parole a riguardo e per dare un aggiornamento sui miei investimenti.
Ho dato nuova vita ad una pagina che sembrava un po’ messa li per caso.
In realtà continuo ad aggiornare il google sheet che lo alimenta e mi è molto utile per capire a posteriori se le scelte fatte sono state corrette o meno. Ho deciso quindi di fare un po’ di aggiunte grafiche e non, a partire da due punti principali: benchmark e indicatori.
Il portafoglio è a scopo prevalentemente previdenziale e l’orizzonte è di lungo termine (oltre 20 anni).
Portfolio update: il benchmark
La prima novità riguarda appunto il benchmark, ossia l’indice di confronto del portafoglio. E’ la linea in grigio nei vari grafici.
Nonostante abbia un portafoglio praticamente 75/15/10 ho scelto comunque di selezionare come benchmark un indice che replichi l’S&P500 includendo l’effetto cambio EUR/USD. Ho scelto di selezionare un indice completamente azionario e completamente esposto su mercato americano per due ragioni:
- Semplicità: selezionare un indice globale avrebbe reso il lavoro sull’effetto cambio molto più arduo da configurare e di conseguenza la probabilità di fare errori e di effettuare calcoli errati sarebbe aumentata, dandomi informazioni sbagliate;
- Costo opportunità: scegliere un benchmark con una asset allocation simile al mio portafoglio avrebbe complicato il confronto e non mi avrebbe dato nessun valore aggiunto, se non quello di non aver preferito un ipotetico mercato americano ad uno globale. E se avessi visto che le performance di un benchmark 75/25 fossero state migliori del mio portafoglio di chi era il merito? Della mancanza dell’oro, dell’incremento delle obbligazioni rispetto all’oro, della duration delle obbligazioni, dell’area geografica della parte azionaria? Tutto questo avrebbe complicato l’analisi, mentre rimanere su un indice standard e puramente azionario mi dà informazioni meno complete ma più precise.
Portfolio update: gli indicatori
La nuova veste ha visto anche l’aggiunta di una sezione di indicatori in confronto tra portafoglio e benchmark.
Ho diviso gli indicatori in due parti: rendimento e rischio.
Indicatori di rendimento
Per la prima parte sono presenti solo due voci (viste entrambe in questo articolo):
- CAGR: è il tasso di rendimento annuale non depurato da “l’effetto PAC”. Significa cioè che eventuali versamenti o prelievi nel periodo impattano questo valore;
- MWRR: è il tasso di rendimento ponderato per il capitale investito, quindi è depurato dall’effetto di cui sopra e fornisce un informazione precisa sull’effettiva crescita (o decrescita) del portafoglio nel tempo. E’ annualizzato.
Indicatori di rischio
Per la parte di rischio invece ho inserito i seguenti indicatori:
- Max Drawdown: è il ribasso più importante subìto dal portafoglio. Non è preciso in quanto l’analisi viene fatta su dati mensili quindi se un eventuale drawdown viene recuperato in parte nel mese non lo vedo. E’ un problema marginale in quanto investendo a lungo termine avere un solo mese di ribasso è un non problema;
- Ulcer Index e UPI: vi lascio direttamente l’articolo nel quale ne ho parlato in modo approfondito: Analisi di portafoglio: misurare il rischio tramite l’Ulcer Index
- Longest DD (mesi): quanto è durato il ribasso più lungo in mesi.
- Deviazione standard: indice di rischio più diffuso. Analizza gli scostamenti dalla media ed è annualizzato. Qua l’articolo in cui ne ho parlato approfonditamente: Analisi di Portafoglio: misurare il rischio di un investimento
- Indice di Sharpe: differenza tra rendimento (ho utilizzato l’MWRR in quanto depurato dall’effetto del capitale investito nel tempo) e Risk Free Rate in rapporto alla deviazione standard. Per il Risk Free Rate utilizzo il tasso Euribor a 3 mesi;
- Risk of Loss a 10 anni: è la probabilità di avere un rendimento negativo nei prossimi 10 anni. E’ rolling rispetto ad oggi;
- Shortfall Risk: è la probabilità di non arrivare al tasso obiettivo da oggi alla scadenza. La scadenza sono (al momento) 68 anni, ossia l’età pensionabile, e il tasso obiettivo è il 7% annuo. Entrambi (Shortfall e Risk of Loss) sono stati calcolati utilizzando l’MWRR e ne ho parlato ampiamente in questo articolo: Il rischio come non raggiungimento degli obiettivi
Portfolio update: andamento del portafoglio
In termini di andamento overall dal 2020 ad oggi siamo sotto in termini di performance rispetto al benchmark. Questo grafico include investimenti e disinvestimenti nel tempo ad eccezione del primo conferimento al tempo zero.
Ho simulato di investire le stesse cifre nell’S&P500 tenendo di conto dell’effetto cambio. Se lo avessi fatto, avrei avuto un rendimento maggiore. Nessuna sorpresa: il nostro portafoglio, oltre ad avere delle percentuali sulla parte azionaria inferiori al 100%, investe su mercati globali e non sui soli Stati Uniti.
Vediamo invece come si sono mossi gli indicatori di rischio nel tempo.
Drawdown nel tempo
In questo caso vediamo come il mio portafoglio sia stato meno rischioso in termini di drawdown e di deviazione standard (in questo caso l’andamento della deviazione standard è mensile per avere un dato più puntuale, avendo già il confronto di quella annuale nella tabella degli indicatori).
Per esempio a marzo 2020 il drawdown del mio portafoglio è stato del 9,5% circa contro un drawdown del 17% dell’S&P500.
Deviazione standard mensile nel tempo
Per quanto riguarda la deviazione standard il mio portafoglio è sempre rimasto abbondantemente sotto la deviazione standard mensile dell’S&P500 (che, ricordo, tiene conto dell’effetto cambio).
Per quanto riguarda gli indicatori di rischio relativi al raggiungimento degli obiettivi (Shortfall e Risk of Loss) le performance sono a favore del benchmark, ma la cosa non mi preoccupa più di tanto in quanto veniamo da un 2022 dove l’obbligazionario ha chiuso peggio dell’azionario, quindi è normale che un indice 100% azionario abbia performato meglio. Oltretutto la duration del mio ETF obbligazionario è circa 7 anni quindi è ancora presto per tirare delle somme.
Portfolio update: asset allocation
Gli strumenti attualmente inclusi in portafoglio sono:
- SWDA – 67% – ETF ad accumulazione su azionario paesi sviluppati;
- EIMI – 7% – ETF ad accumulazione su azionario paesi emergenti;
- AGGH – 15% – ETF ad accumulazione su obbligazionario governativo e corporate globale includendo tutte le scadenze (duration media circa 7 anni) a copertura valutaria
- SGLD – 11% – ETC su oro
La torta per asset class è la seguente.
Rispetto a quando ho iniziato seriamente ad investire in questo portafoglio ho aumentato progressivamente la mia quota azionaria riducendo quella di obbligazioni ed oro.
Questo in quanto agli inizi del mio percorso la mia idea era quella di seguire Tyler e il suo Golden Butterfly, salvo poi iniziare ad approfondire i concetti di asset allocation dinamica, risk parity, applicazioni di modelli di frontiera efficiente testati in walk forward e ho deciso di cambiare direzione e di essere comunque più presente nella gestione dell’allocazione degli asset in portafoglio rispetto ad impostare un pilota completamente automatico.
Questo potrebbe farvi pensare che io vada controcorrente rispetto a ciò che professo spesso sulle pagine di questo blog, ossia investimenti passivi, automatizzazione completa, depurare tutto dall’emotività e così via, ma in realtà, come vedremo approfonditamente nei prossimi articoli, gestire una asset allocation in modo dinamico non significa non investire in modo passivo e non automatizzare il processo.
Portfolio update: andamento dei singoli ETF
In questo grafico vediamo le performance per ETF. In realtà è presente anche bitcoin, che ho in una percentuale talmente piccola rispetto al resto del portafoglio che l’ho messo giusto per i meme (-50% a fine 2022, ottimo timing di acquisto in piena FOMO 😀 ).
Per quanto riguarda invece il resto degli ETF, l’obbligazionario è in perdita di circa il 10%. Anche in questo caso ho acquistato l’ETF in piena pandemia, tassi a 0 e la BCE che stampava euro stile prima stagione della Casa di Carta. Non mi sarei aspettato niente di più ma sono comunque convinto dell’acquisto e sono tranquillo nel mantenerlo in portafoglio per i prossimi anni come parte obbligazionaria del portafoglio (diversificazione tra strumenti, geografica, ecc).
Per quanto riguarda l’azionario, nonostante il calo da fine 2021 sono comunque in positivo. E’ il core del portafoglio e c’è poco da dire. Continuo ad accumulare come se non ci fosse un domani.
L’oro è stato il vero protagonista degli ultimi mesi. Mi ha permesso di mantenere l’MWRR sopra al 5% nonostante un pessimo 2022. Si è caricato il portafoglio sulle spalle e mi ha dato grandi gioie, confermando quanto già ho espresso in questo articolo: Oro: perché ho scelto di inserirlo nel mio portafoglio. Una piccola quota di oro non vi ammazza il rendimento ma vi mantiene il portafoglio a galla nei periodi dove serve che lo faccia.
Conclusioni di questo primo portfolio update
Spero che abbiate apprezzato la modalità con la quale mostro il portafoglio, gli indicatori e gli andamenti dei singoli ETF. Fare questo tipo di valutazioni periodicamente mi è molto utile per tirare le somme delle scelte fatte e credo che continuerò a portarvi questo tipo di articoli periodicamente.
Per il momento non credo di voler rendere pubbliche le cifre, per varie ragioni: sono un sostenitore della stealth wealth e ho interesse a sottolineare l’importanza sull’andamento del portafoglio piuttosto che sui numerelli del mio conto titoli.
Se avete considerazioni, richieste, dubbi o domande potete scrivermi senza problemi a investitorecomune(at)gmail.com.
Grazie per la lettura.
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