Fino ad ora ho parlato di portafogli, di investimenti, di regole, di risparmio, di breve e lungo termine, di inflazione, di interesse e di tanti altri concetti che ho dato per scontati. Ma la realtà è che, vuoi per gli argomenti forse noiosi, vuoi per la scarsa alfabetizzazione in tema finanza che c’è in Italia, molto spesso ci troviamo a leggere o a parlare di concetti molto complessi senza saperne niente e senza neanche averne le basi.
Ecco perchè dedicherò una rubrica alla teoria economica, per capire non soltanto i concetti che stanno alla base della finanza personale, ma quelli che stanno alla base della finanza globale e, più in grande, dell’economia. Cercherò di usare un linguaggio il meno tecnico possibile per essere il più possibile chiaro. Questo probabilmente mi porterà a dover semplificare alcune teorie, ma questi articoli non hanno lo scopo di essere pubblicati su riviste specializzate, bensì servono a condividere concetti e, in alcuni casi, i miei punti di vista su alcuni temi.
Sono convinto che riuscire a capire il mondo che ci circonda, ci aiuta ad essere persone più consapevoli e a prendere scelte migliori, che è un po’ lo scopo di questo blog.
Il primo appuntamento di “Economia in pillole” riguarderà temi macroeconomici che tutti diamo per scontati. Parleremo quindi di teoria economica, di mercati, di moneta, di credito e di debito.
Teoria economica
La teoria economica non è una scienza esatta, quindi scordatevi l’esistenza di regole ferree ed immutabili che funzionano in ogni condizione.
Quello che hanno fatto gli economisti nel tempo è cercare di spiegare in diversi modi le condizioni economiche nelle quali viviamo. Lo scopo è di capire il passato e provare a crearne un modello per anticipare il futuro, ma a causa della natura umana, delle condizioni di incertezza generale o della crescente complessità del mondo nel quale viviamo, spiegare l’economia globale con modelli costanti nel tempo fino ad oggi non è stato possibile.
Non vi ammorberò con la storia della teoria economica e di come vari economisti hanno teorizzato modelli più o meno efficaci. Quello che serve a noi investitori è sapere a grandi linee come si muove il mondo attorno a noi e come reagiscono alle variazioni economiche Governi e Banche Centrali, le istituzioni principali che tentano di “domare” l’economia.
Per far ciò è necessario conoscere i principi che stanno alla base della teoria economica in uso:
- Realismo: l’analisi deve partire dalla realtà, e non da ipotesi astratte o ideali, e descrivere l’effettivo funzionamento dei sistemi economici;
- Olismo: il tutto è più della somma delle parti; l’individuo non è un atomo indipendente, ma è influenzato dall’ambiente sociale; le istituzioni hanno una propria realtà specifica;
- Razionalità limitata: gli agenti spesso dispongono di informazioni insufficienti e hanno capacità limitate di gestirle; perciò agiscono in base a convenzioni o per imitazione;
- Enfasi sulla produzione: conta, più che la quantità di risorse, il grado con cui sono utilizzate (che ad es. aumenta con la piena occupazione);
- Intervento dello Stato: il mercato non è equo, né efficiente, né si auto-regola; lo Stato deve perciò intervenire direttamente o indirettamente;
- Ruolo della domanda: la produzione è trainata dalla domanda, e non dai vincoli dell’offerta, anche nel lungo periodo;
- Tempo storico: il tempo è irreversibile, e la posizione di equilibrio non è indipendente dal sentiero seguito per raggiungerla.
In poche parole, viviamo all’interno di un mondo dove le informazioni sono tante e difficilmente gestibili, i sistemi nei quali viviamo generano più valore rispetto alla somma degli individui che li compongono, l’impiego di risorse vince sulla quantità, la domanda è il motore trainante, il mercato è imperfetto e l’equilibrio muta nel tempo come conseguenza delle azioni messe in atto per raggiungerlo.
E’ bene che questi principi vi tornino alla mente se e quando vorrete provare ad anticipare i nuovi trend di mercato.
Economia e mercati
Partiamo da un concetto molto basilare: cos’è l’economia?
L’economia è l’insieme di tutti gli scambi relativi a beni o servizi. Acquistare il pane dal fornaio, pagare la benzina per l’auto, andare a lavoro e percepire uno stipendio. Questi sono tutti scambi. L’insieme di tutti gli scambi compongono l’economia. Se ogni scambio è un mattone, l’economia è un palazzo.
Se accorpiamo scambi relativi a stessi beni o servizi, otteniamo i mercati. Ogni piano del palazzo è un mercato. Esiste il mercato del petrolio, del gas, del grano, delle automobili, dell’oro e così via. Immaginate quindi che in questo palazzo di migliaia di piani, vengono effettuati scambi e ogni piano raccoglierà scambi relativi agli stessi beni o servizi.
Scambi e moneta
Lo scambio quindi, in quanto mattone dell’economia, è l’unità più piccola di tutto il meccanismo.
Ma cosa è uno scambio? Uno scambio è un trasferimento di beni o servizi da un soggetto ad un altro e che ha come controvalore la moneta. Di conseguenza, se volete acquistare del pane andrete dal fornaio, che vi farà pagare con della moneta il pane che vi serve. Il fornaio a sua volta pagherà con quella moneta il macellaio, che a sua volta pagherà il tabaccaio e così via in un ciclo infinito di scambi. Ogni scambio quindi non genera di per sé valore, ma lo trasferisce.
Se il fornaio ha bisogno di più soldi dovrà produrre e vendere più pane, se il macellaio ha bisogno di più soldi dovrà lavorare e vendere più carne, se il dipendente ha bisogno di più soldi dovrà lavorare di più o in modo più efficiente.
La crescita dell’economia, quindi, è determinata dalla produttività. Maggiore è la produttività, maggiore sarà la crescita. In un mercato perfettamente in equilibrio tra domanda ed offerta, ossia dove tutta l’offerta viene assorbita dalla domanda e dove l’incremento di produttività aumenta i redditi dei soggetti che scambiano beni su quel mercato, si avrà un incremento lineare.
L’offerta di moneta è l’ammontare di moneta presente all’interno di uno Stato. Esistono per convenzione diversi aggregati che includono in forma scalare sempre più attività finanziarie mano a mano che saliamo. Gli aggregati sono:
- M0 (o base monetaria), che comprendono banconote e monete metalliche (circolante) e le attività finanziarie convertibili in moneta legale rapidamente e senza costi, costituite da passività della banca centrale verso le banche. A differenza della BCE, la FED identifica con M0 il solo circolante ed MB quello che per la BCE è M0;
- M1 (o liquidità primaria), che comprende M0 +i depositi in conto corrente, se trasferibili a vista mediante assegno, e i traveler’s cheque; non vengono fatte rientrare in questo aggregato le banconote e monete depositate, quindi non in circolazione, per evitare il doppio conteggio: una volta come banconote e monete, l’altra come depositi in conto corrente;
- M2 (o liquidità secondaria), che comprende M1 più tutte le altre attività finanziarie che, come la moneta, hanno elevata liquidità e valore certo in qualsiasi momento futuro (essenzialmente i depositi bancari e d’altro tipo, ad esempio quelli postali, non trasferibili a vista mediante assegno);
- M3, che comprende M2 più tutte le altre attività finanziarie che come la moneta possono fungere da riserva di valore; si tratta essenzialmente delle obbligazioni e dei titoli di stato con scadenza a breve termine (come i BOT italiani).
L’importanza dell’offerta di moneta è cruciale ed è in relazione diretta con tassi di interesse e inflazione.
Cicli economici
Abbiamo parlato di un’economia all’apparenza lineare, ma la realtà e la teoria economica ci dicono che la nostra economia è ciclica.

Come si può vedere dal grafico, la crescita (rappresentata dal GDP, Gross Domestic Product o PIL, Prodotto Interno Lordo) aumenta in modo lineare nel tempo, ma la realtà è che passiamo attraverso dei cicli. I cicli attraverso cui passiamo sono caratterizzati da quattro fasi distinte: espansione, recessione, depressione, ripresa.
La crescita economica è caratterizzata dal fatto che i nuovi minimi hanno un valore maggiore dei minimi del ciclo precedente e i nuovi massimi hanno un valore maggiore dei massimi del ciclo precedente.
Ma perchè esistono questi cicli?
Credito e debito
I cicli esistono perchè esiste il credito. Il credito è la possibilità di aumentare il proprio reddito senza aumento della produttività, ma basandosi sulla fiducia di un rimborso futuro, incrementato dall’interesse. Se avete necessità di incrementare il vostro potere d’acquisto oggi senza aumentare la vostra produttività, potete farlo sacrificando il vostro potere d’acquisto futuro. Per farlo dovrete contrarre un debito e per contrarre debito dovete essere buoni debitori, ossia degni di fiducia, altrimenti gli istituti di credito vi snobberanno.
Ogni volta che viene erogato un credito si genera un debito di importo contrario, che varierà nel tempo a causa del tasso di interesse. Tale credito e tale debito si chiuderanno quando avverrà lo scambio monetario che andrà a rimborsare quel titolo.
Il credito quindi è a tutti gli effetti un titolo di scambio come fosse moneta, ma che si basa su un assunto fondamentale, ossia la fiducia verso il debitore.
Come abbiamo detto, il credito erogato oggi è un incremento di valore attuale a fronte di un decremento di valore futuro. Questo genera ciclicità.
La forza del credito sta nel fatto che il rimborso futuro maturerà un interesse, quindi il debitore riesce ad aumentare il suo valore oggi a discapito di un decremento del proprio valore futuro, ulteriormente decrementato dall’interesse. Il creditore invece rinuncia a del valore oggi per incrementare il suo valore futuro, aumentato dell’interesse. I tassi di interesse del debito quindi guidano l’aumento di valore nel tempo.
Quando sentiamo parlare di “costo del denaro” ci riferiamo proprio al costo dell’indebitamento, in termini di tasso di interesse, stabilito dalle Banche Centrali.
Più i tassi di interesse sono alti, più indebitarsi costa, meno le persone sono propense a farlo. Viceversa, minori sono i tassi, minore è il costo del debito, più le persone faranno ricorso al debito. I tassi di interesse vengono decisi dalle Banche Centrali.
Il credito/debito è la parte più importante dell’economia di uno Stato, in quanto nei paesi occidentali ha un valore decine di volte superiore rispetto alla moneta. La somma tra credito + moneta è il totale della spesa e se dividiamo questo ammontare per la quantità di beni o servizi scambiata otteniamo il prezzo. Queste sono le variabili fondamentali che stanno alla base del nostro sistema economico.
Ogni qual volta un qualunque attore del meccanismo contrae un debito con un istituto di credito, di fatto immette ricchezza nel sistema non generata da un incremento della produttività.
Il fornaio che produce 1000 € da lavoro proprio, può contrarre debiti per il 10% del suo reddito. Di conseguenza il suo potere d’acquisto sul mercato sarà 1100€. Quando si reca dal macellaio ad acquistare la carne, potrà comprare carne per 1100€ e non per 1000€. A sua volta il macellaio potrà contrarre debito per il 10% di 1100 e non di 1000, ottenendo un totale di 1210 € da spendere sui mercati invece di 1100€. E così via.
Questo processo è autoalimentante e genera ricchezza a cascata, come se fosse una valanga. Più debito contraiamo, più aumenta la ricchezza sui mercati, più l’economia cresce nel tempo. Tuttavia è anche vero l’inverso: meno spendiamo, meno ricchezza riversiamo all’interno della macchina economica. Questo mette in modo un ciclo autoalimentante di senso opposto, che porta ad una riduzione della ricchezza diffusa sui mercati.
Il risultato di questo meccanismo è una ciclicità all’interno dei mercati tale per cui si innescano quelli che conosciamo come periodi di espansione, di recessione, di depressione e di ripresa.
Nel prossimo articolo parleremo in dettaglio della teoria economica dei cicli.
Grazie per la lettura.