Ci sono stati talmente tanti eventi rilevanti che fare un bilancio di fine anno per capire cosa ci abbia insegnato il 2022 è un problema. Di eventi sorprendenti per un risparmiatore/investitore ce ne sono stati a bizzeffe.
Dalla guerra in Ucraina e prezzo del gas, al fallimento di FTX fino ad arrivare all’aumento vertiginoso dei tassi di interesse della FED e poi della BCE.
Ho analizzato gli eventi che mi hanno colpito di più (da un punto di vista finanziario) e ho provato a capire cosa mi ha insegnato il 2022, sicuramente un anno unico nel suo genere.
Performance negative di azioni e obbligazioni
Se c’era un caposaldo della mia formazione a tema investimenti era che le obbligazioni hanno (quasi) sempre fornito una protezione in caso di ribassi del mercato azionario.
Il 2022 è stato un anno disastroso da questo punto di vista.
Al 30 novembre l’azionario americano aveva perso il 14.58% dall’inizio dell’anno e l’obbligazionario il 12.72%. In parole povere un investitore con un portafoglio 60/40 su stock/bond americani si è trovato a fronteggiare la seconda perdita più importante negli ultimi 50 anni, dietro solo al crollo del 2008.
Una situazione del genere è unica. Sono state soltanto 4 le volte in cui azioni e obbligazioni hanno chiuso l’anno in negativo e l’ultima volta è stata nel 1969, quando le azioni USA hanno chiuso l’anno al -8.24% e le obbligazioni USA al -5.01%. Il 2022 è stato l’unico anno negli ultimi 100 a chiudere in negativo in doppia cifra sia azionario che obbligazionario.
Per tutti i dati aggiornati vi lascio la pagina del professor Damodaran (per chi ha studiato economia questo nome spero non sia nuovo) che potete trovare a questo link. In particolar modo, i dati sui trend storici annuali di azioni e obbligazioni sono stati presi da questa pagina.
Crollo delle crypto
Se qualcuno nel 2021 avesse detto che Bitcoin avrebbe perso il 60% in un solo anno, sarebbe stato assaltato dai fanboy della blockchain, che gli avrebbero bruciato casa e auto. E invece, guarda un po’, ha perso il 65% dall’inizio dell’anno ad oggi.
Al di là del fallimento di FTX, delle implicazioni di Binance, del fatto che la blockchain sia una tecnologia con del potenziale enorme ma ancora poco sfruttata, il vero fallimento insito in questa discesa è relativo al fatto che Bitcoin ha fallito il suo test come bene rifugio. Per essere uno strumento pubblicizzato come nuovo modello di scambio, svincolato dal potere delle Banche Centrali e dall’influenza di tassi di interesse e di inflazione, il suo comportamento in questo anno è stato un fallimento su tutta la linea.
Guardiamo però al rovescio della medaglia, ossia guardiamo il grafico logaritmico di Bitcoin dal 2015 ad oggi. Da un prezzo di partenza di 93 dollari del 2013 oggi siamo a 16.600 dollari. Nel 2022 ha perso il 75% dai sui massimi del 2021, ma aveva perso l’80% anche nel 2018.
Vuol dire che salirà “to the moon”, come piace dire ai fanboy? Credo che nessuno lo sappia. Credo invece che le crypto in generale siano un asset con del potenziale ma con un rischio intrinseco ancora molto elevato e hanno urgente bisogno di una regolamentazione, senza la quale soffriranno di una volatilità estrema, che, come tale, attirerà solo speculatori.
Settore tecnologico allo sbando?
Di seguito i rendimenti percentuali delle FAANG (anche se è un termine anacronistico ormai) nel 2022. Si è passati da un -29% di Microsoft ed Apple ad un -65% di Meta (Facebook).
Se guardiamo ai grafici degli ultimi 10 anni è fuori di dubbio il fatto che abbiano dominato il mercato (non solo della tecnologia). Ma come ogni gigante, prima o poi tutte loro cederanno il passo. Potrà essere il prossimo anno, i prossimi 5, 10 o 20 anni, a nessuno è dato saperlo. Ma arriveranno nuove Amazon, nuove Microsoft, nuove Netflix e così via.
E’ così che funziona il mercato. Se guardate l’SP500 di 20 anni fa, troverete una parte delle azioni quotate oggi, perché alcune sono uscite ed altre sono entrate.
Di seguito uno schema di quante aziende sono entrate ed uscite dall’SP500 nel periodo dal 1995 al 2019.
Se notate, i picchi di “rotazione” avvengono in concomitanza dei momenti di crisi (bolla dot-com del 2000 e crisi mutui subprime del 2008).
Questo significa che i ribassi di mercato servono a fare pulizia, a ridimensionare quelle aziende troppo cresciute (per esempio Netflix nel 2021 aveva un rapporto P/E di 70 quando già 30 è considerato elevato per un colosso di quelle dimensioni) e a “potare” le foglie secche, ossia quelle aziende che sopravvivono grazie alla situazione economica e finanziaria in cui siamo e non grazie al business che portano avanti.
Le conclusioni finanziarie sul 2022
Alla luce dei precedenti fatti, ho provato a fare mente locale per capire cosa mi ha insegnato il 2022.
Sicuramente, l’unica frase che mi viene da pensare è che l’unica certezza è l’incertezza. Viviamo in un mondo dove il rischio è parte integrante della quotidianità ma tendiamo sempre a dimenticarcene.
Non esistono capisaldi o fondamentali che durano per sempre in una scienza sociale. Tutto muta col mutare dei comportamenti di chi ne fa parte. Questa è una lezione importantissima che ho imparato e che sto provando a fare mia, la cui diretta conseguenza è che dobbiamo essere preparati ad ogni evenienza. Non possiamo costruire strategie che si basano sui periodi d’oro, né strategie che si basano su periodi di crisi. Dobbiamo costruire una strategia antifragile (se non avete ancora letto Antifragile di Taleb, ve lo consiglio).
Da investitore, l’orizzonte da osservare è quello maggiore di 10 anni. Tutto ciò che si trova al di sotto, è semplice rumore per speculatori. Se non ne potete fare a meno di leggere le stime degli analisti o, peggio ancora, dei trader falliti che fanno video su YT per racimolare views e sponsorizzare qualche broker truffa, fatelo. Ma ricordatevi sempre che sono stime che nel migliore dei casi si basano su una media di lungo termine e nel peggiore sono campate per aria.
Giusto per chiarire il concetto, qua trovate un articolo di Forbes con l’outlook per il 2022 per l’S&P500. Ad oggi l’S&P500 quota 3849 punti base. Vediamo di quanto si sono sbagliate le principali banche d’affari del mondo.
Banca | Stima | Scostamento % |
---|---|---|
BMO | 5300 | 38% |
Wells Fargo | 5100-5300 | 33-38% |
Goldman Sachs | 5100 | 33% |
JP Morgan | 5050 | 31% |
RBC | 5050 | 31% |
UBS | 4850 | 26% |
Bank of America | 4600 | 20% |
Morgan Stanley | 4400 | 14% |
Se anche le migliori menti del mondo non riescono ad avvicinarsi a meno del 10% dal target reale a distanza di 1 anno, come è possibile che qualcuno riesca solo a prevedere dove sarà approssimativamente il mercato tra 6 mesi, tra 1 mese o addirittura domani?
Concentratevi su ciò che conta, ossia il lungo periodo e gli orizzonti oltre i 10 anni e lasciate il resto agli speculatori.
Grazie per la lettura e buon anno.
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