Dopo il 2022 più disastroso della storia per le obbligazioni, noto un clima di forte sfiducia nei confronti di questa asset class, soprattutto da chi si sta approcciando agli investimenti negli ultimi anni. I nuovi investitori vedono nelle obbligazioni uno spreco di soldi, che potrebbero essere destinati totalmente all’azionario in modo da massimizzare il rendimento.
Di seguito 5 buoni motivi per cui dovreste inserire obbligazioni nel vostro portafoglio a lungo termine.
1. Protezione in caso di forti ribassi
Perché devo investire a 10 o a 20 anni destinando una parte di soldi alle obbligazioni, che rendono meno rispetto alle azioni?
Il problema di questo tipo di ragionamenti è che sono fortemente viziati da un bias di conferma. Ovunque possiamo leggere che le azioni sono il motore dell’economia, che Warren Buffett è diventato ricco investendo in azioni, che il mercato azionario rende mediamente il 7%. Queste affermazioni sono tutte vere, ma rischiano di portarvi a pensare che chi investe in azioni non perda mai.
Questo però è falso. Non è vero che chi investe in azioni non perde mai. Semplicemente le azioni hanno un potenziale di rendimento maggiore rispetto alle altre asset class e tendono a crescere nel tempo. Questo significa che se riuscite a mantenere i vostri soldi fermi per 30, 40, 50 anni in modo completamente razionale, un investimento 100% azionario è quello che fa per voi e potreste anche smettere qua di leggere.
Ma se non avete la certezza matematica di riuscire a mantenere i nervi saldi per almeno 30 anni, vi consiglio di continuare.
Sapete chi non ha mai perso investendo in un portafoglio per una durata di 10 anni negli ultimi 40 anni? Chi ha investito con un portafoglio 70/30, 60/40 o 50/50.
Quando ci sono cali importanti un portafoglio diversificato garantisce delle sovraperformance rispetto ad un investimento 100% azionario.
2. Le obbligazioni hanno buoni rendimenti
Investendo a 10 anni in un portafoglio 100% obbligazionario ed in uno 100% azionario, quale sarebbe stata la possibilità a scadenza che il primo abbia avuto performance migliori del secondo? State sicuramente pensando ad un numero molto prossimo a zero. Ma state sbagliando.
Il 25% degli investimenti in azioni negli ultimi 40 anni tenuti per 10 anni avrebbe reso meno di un investimento in obbligazionario a lungo termine.
Esatto: se aveste investito in un qualunque giorno degli ultimi 40 anni (circa 7000 giorni), avreste avuto circa il 25% di probabilità di beccare un giorno nel quale nei seguenti 10 anni il rendimento delle obbligazioni sarebbe stato maggiore di quello delle azioni.
Pensate che a 20 anni la situazione sarebbe migliorata?
Ho brutte notizie: non è così, anzi, la situazione sarebbe anche leggermente peggiorata dato che la probabilità di beccare un giorno nel quale nei seguenti 10 anni le obbligazioni avessero reso più delle azioni sarebbe stata del 30%.
3. Le obbligazioni tendono a non essere correlate con le azioni
La volatilità del nostro portafoglio è calcolata come somma delle volatilità dei singoli strumenti per la loro percentuale di allocazione alla quale dobbiamo sommare la correlazione tra le coppie di strumenti per la loro percentuale di allocazione. Questo significa che inserire strumenti non correlati o addirittura decorrelati tra loro non solo non aumenta la volatilità totale di portafoglio, ma permette di ridurla, anche se l’effetto è marginale.
In soldoni significa che quando le azioni scendono le obbligazioni tendono a salire o a rimanere ferme.
Di seguito vediamo come in tutti gli anni nei quali l’azionario ha chiuso in negativo, le obbligazioni si sono comportate bene o hanno avuto rendimenti prossimi allo zero, ad eccezione del 2022, l’anno nero delle obbligazioni.
4. Gestione degli eventi esogeni ed endogeni
Se fossimo individui totalmente razionali e avessimo la certezza di poter lasciare i nostri soldi investiti per almeno 30 anni, sarei il primo a consigliarvi di non investire in obbligazioni, perché effettivamente le probabilità ci dicono che un investimento azionario a lunghissimo termine storicamente ha sempre reso più di qualunque altra asset class.
Tuttavia siamo individui irrazionali e non basiamo le nostre scelte unicamente su formule matematiche, ma spesso tendiamo a ragionare di pancia.
E se siamo particolarmente bravi a seguire ciò che ci siamo imposti, viviamo comunque in un mondo caotico, nel quale per una serie di ragioni domani potreste dovevi trovare nella brutta situazione di dover prelevare in parte o in toto i vostri investimenti a lungo termine, perché il fondo di emergenza che avete prudentemente accantonato non vi è sufficiente.
Ma cosa accade se il vostro portafoglio si trova per un motivo o per un altro sott’acqua del 30, 40, 50 o addirittura 60%?
Credete stia esagerando? Il minor ribasso di un portafoglio a 10 anni che avesse investito 100% in azionario sarebbe stato del 20%. Nessun portafoglio della durata di 10 anni avrebbe avuto dei ribassi inferiori al 20% negli ultimi 40 anni.
A chi è andata peggio? A chi ha investito meno di 10 anni prima del 2008. Il ribasso in questo caso sarebbe stato del 60% per un portafoglio completamente azionario. Meno del 30% invece per un portafoglio 50/50 e circa del 40% per un portafoglio 70/30.
5. Possibilità di ribilanciare in modo più efficace
I detrattori del market timing storceranno un po’ il naso, ma effettivamente se ci ragioniamo un attimo avere una parte del portafoglio che oltre a ridurre la volatilità e a non far avere performance disastrose nei periodi di forti ribassi, ci fornisce anche una sorta di serbatoio che può essere utilizzato per acquistare a sconto nei momenti di ribasso del mercato azionario può essere un’arma vincente.
Di fatto non è altro che un side-effect positivo del ribilanciamento dinamico di un portafoglio.
Se abbiamo una asset allocation 70/30 e la nostra percentuale di azionario crolla, andremo a ribilanciare acquistando nuove quote di azionario vendendo la parte obbligazionaria oppure immettendo nuovi capitali. In entrambi i casi andremo ad acquistare a sconto.
Di conseguenza, tenderemo ad acquistare maggiori quote di azionario quando i prezzi tendono ad essere maggiormente favorevoli, ossia dopo un forte ribasso che modifica in modo sostanziale la nostra asset allocation.
Conclusioni
Che decidiate di costruire la vostra parte obbligazionaria con singoli bond, bond ladder, ETFobbligazionari e chi più ne ha più ne metta è abbastanza indifferente. Per semplicità consiglio gli ETF obbligazionari per varie ragioni, alcune delle quali le trovate in questo articolo.
Personalmente tendo a non inserire in portafoglio obbligazioni eccessivamente rischiose, quindi no bond high-yield (ossia obbligazioni che puntano ad un rendimento maggiore aumentando il rischio), ridurre al minimo possibile o azzerare l’esposizione in obbligazioni corporate ed evitare come la peste anche obbligazioni governative di paesi che hanno dichiarato default di recente (vedi Argentina o Brasile).
Infine fare molta attenzione al rischio cambio. Acquistare obbligazioni in valuta estera potrebbe far aumentare sensibilmente la volatilità del portafoglio. Le opzioni sono due:
- acquistiamo solo obbligazioni area euro;
- acquistiamo anche obbligazioni estere ma a cambio coperto.
Come al solito non esiste una risposta corretta ed una sbagliata.
Infine abbiamo il tema del time to maturity. E’ meglio preferire obbligazioni a breve o a lunga scadenza?
La teoria ci dice che per dei portafogli di lungo termine è bene preferire obbligazioni a lunga scadenza, ma come al solito dipende tutto dal portafoglio in generale. Potreste ad esempio preferire un’esposizione azionaria maggiore ed una percentuale obbligazionaria minore ma a breve scadenza (meno volatile) oppure potreste aumentare la vostra esposizione obbligazionaria ma scegliere scadenze più lunghe.
La differenza tra obbligazioni a breve, media o lunga scadenza per quanto riguarda le obbligazioni europee la potete vedere di seguito.
1-3 anni | 5-7 anni | 7-10 anni | |
---|---|---|---|
Rendimento medio annuo | 0.83% | 1.73% | 2.18% |
Deviazione annuale | 2.35% | 6.90% | 7.59% |
Anno peggiore | -4.84% | -20.65% | -21.66% |
Anno migliore | 6.24% | 10.99% | 13.64% |
Grazie per la lettura.
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